TEMPO SCADUTO YANG...

Night City, quartiere di Chiba.


La maxi cupola di plexiglas che copriva il mercato di Chiba caricava l'aria di umidità che creava due effetti unici. Primo: una perenne pioggerellina, tipo quelle estive di campagna e per secondo una sottile nebbiolina che veniva caricata di colori e raggi laser proveniente dalle insegne al neon e dagli ologrammi pubblicitari. Chiba, la Las Vegas della tecnologia dove persone di tutti i tipi si mescolano in un carnevale di razze e classi sociali. In mezzo alla peggiore feccia tipica dei bassifondi dello Sprawl potevi trovarci qualche turista sceso in questa fogna colorata in cerca di emozioni forti oppure il corporativo in doppio petto che, protetto dalle sue guardie del corpo super impiantate, era alla ricerca di chissà quale perverso piacere.
"Chissà quanti ne spariscono senza lasciare traccia"
Pensò fissando due turisti, due pesci fuor d'acqua, mentre erano intenti a rovistare in una bancherella che vendeva vecchi braindancer. Già se li immaginava seduti sul lettone di chissà quale schifo di Hotel a provare il loro nuovo giocattolino, eccitati come delle adolescenti all'ultimo concerto di quel finocchio di Silver Alvin...poi uno spasmo del suo braccio sinistro, quello di carne, lo riporto sulla terrà. Portò la mano sinistra all'altezza del voto e vide che tremava vistosamente. 
"Cazzo!" 
Cominciò a camminare rapidamente tra la calca, ogni qualvolta qualcuno lo sfiorava sentiva la rabbia ribollirli dentro. Un cazzo di cinese lo urtò mentre era intento a scattare una foto con la sua nuova Nikon. Nemmeno si immaginò di quanto andò vicino alla fine della sua inutile, esile vita. Dopo qualche minuto arrivò alla sua meta: una porta minuscola in sintolegno scuro, nessun insegna, nessuna scritta. Completamente anonima per chiunque tranne quei pochi che sapevano chi c'era dall'altra parte. Lui lo sapeva benissimo. Suonò al campanello e qualche secondo dopo la serratura magnetica si aprì. La clinica di Yang era come tante altre. Una stanza esageratamente illuminata con un sacco di attrezzature elettroniche di cui non capiva poco. Yang gli aveva impiantato circa 6 mesi fa la sua nuova Cyberottica e poco dopo iniziarono a farsi vivi i primi sintomi del "tremito". 
Si riguardò la mano sinistra, non riusciva a tenerla ferma... il sangue gli ribolliva dentro dalla rabbia. 
Yang gli si fece incontro, un asiatico di 50 anni basso e scheletrico. 
<<Ho elabolato i tuoi dati, penso che possiamo attenuale effetti, basta un po' di tem...>> 
Non fece in tempo a finire la frase che le sue mani, tremanti ma sempre rapide e letali si serrarono sul collo dell'asiatico. 
<<No, tempo scaduto Yang>> 
Il suono secco dell'osso del collo che si spezzava fu seguito rapidamente da quello sordo del corpo di Yang che si afflosciava sul pavimento come uno straccio. 
Uno a uno li stava pagando tutti... tutti quelli che erano potenzialmente responsabili di quel disastro, di avergli contagiato il "tremito"... 
Uscì chiudendo dietro di se l'asettica porta di sintolegno rientrando tra il fiume di anime perdute che animavano Chiba.

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